Il DG della Asl Egisto Bianconi: “L’ospedale Santa Rosa al centro di una importante politica espansiva”

Ludovica Sofia Altieri
VITERBO – Efficacia, sicurezza, competenza dei servizi e delle prestazioni erogate dal personale sanitario: l’ospedale Santa Rosa di Viterbo inserito nella prestigiosa graduatoria dei “World’s best hospitals”. Un risultato importantissimo per il nosocomio cittadino, che merita un commento da parte del direttore generale della Asl, Egisto Bianconi.
Direttore Bianconi, cosa rappresenta per la Asl di Viterbo l’inserimento dell’ospedale Santa Rosa nella prestigiosa graduatoria dei World’s best hospitals 2025?
E’ motivo di grande soddisfazione, anche in considerazione del fatto che attualmente in Italia sono presenti 1051 ospedali. La classifica, con un miglioramento di un posto rispetto allo scorso anno, posiziona l’ospedale viterbese tra le prime strutture regionali, riconoscendogli una centralità per quanto riguarda tutta l’area Centro nord del Lazio. Un’attestazione importante, dunque, ma anche un ulteriore motivo ad andare avanti, con ancora maggior convinzione, nel percorso avviato di rilancio e di riqualificazione dell’intera struttura sanitaria.
Un riconoscimento che arriva dopo un grande traguardo: l’inaugurazione del Corpo A3.
Proprio così. Il Santa Rosa, come ho avuto l’onore di poter comunicare lo scorso 31 gennaio, giornata per certi versi storica per la sanità viterbese, perché ha sancito finalmente il completamento strutturale dell’ospedale, è oggi al centro di una importante politica espansiva. Una programmazione che stiamo applicando, con rigore e con serietà, che prevede interventi di potenziamento, sotto il profilo strutturale, tecnologico e di personale. Solo attraverso una visione globale di crescita complessiva, infatti, e andando a incidere su tutti i principali ambiti operativi, potremo raggiungere gli obiettivi che ci siamo fissati. Offrire, cioè, ai nostri cittadini assistiti i più elevanti standard qualitativi in termini di offerta di salute. Dunque, in questi giorni, mentre tagliamo importanti traguardi sotto il profilo clinico, penso ad esempio ai primi due pazienti affetti da Parkinson sottoposti alla innovativa terapia di infusione sottocutanea di levodopa, i nostri uffici del personale proseguono, senza sosta, a perfezionare le procedure assunzionali, autorizzate dalla Regione Lazio, per incrementare il numero di professionisti, nelle diverse specialità, di cui abbiamo bisogno.
Progetti in cantiere?
Stiamo concludendo i lavori di ampliamento e di riqualificazione del Pronto soccorso del Santa Rosa, anche in questo caso si tratta di interventi attesi da anni, così come i lavori per il nuovo sito di Risonanza magnetica di ultima generazione e di tutta l’area radiologica. Molte altre progettualità, in fase di avanzamento, le comunicheremo nelle prossime settimane. È un grande lavoro di squadra, quello che stiamo mettendo in campo.
Direttore Bianconi, ha la possibilità di rivolgersi ai cittadini di Viterbo e della Tuscia.
Ciò che vorrei trasmettere ai cittadini della nostra provincia, e che abbiamo voluto risaltare con convinzione durante la cerimonia di inaugurazione, è un concetto chiaro e diretto: l’ospedale di Viterbo è rivolto al futuro, con il nome di Rosa. Una struttura, cioè, ben radicata nel suo contesto di riferimento, ma pronta ad accogliere le sfide che giungono molteplici in una fase dinamica come quella che stiamo vivendo. Che si pone l’obiettivo ambizioso di posizionarsi al top della sanità laziale, promuovendo al massimo le professionalità presenti al suo interno e mettendo loro a disposizione le più moderne tecnologie. Allo stesso modo, il Santa Rosa deve diventare, sempre più, un punto di riferimento per i professionisti della sanità di domani, i quali scelgono di venire perché sanno che qui potranno trovare un ambiente stimolante e accogliente, dove potersi affermare e avere il giusto risalto. Insomma, abbiamo ancora molto da fare, molto da raccontare e da condividere per far in modo che l’ospedale Santa Rosa sia percepito e vissuto, ancora di più di quanto non lo sia stato fino a oggi, come patrimonio partecipato da una intera comunità di riferimento. Un patrimonio da tutelare e da promuovere insieme. Riconoscimenti, come quello di Newsweek, ci aiutano e ci stimolano a fare meglio e di più.